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1152. Francesco Sforza al vescovo di ... 1451 ottobre 24 Pizzighettone.

Francesco Sforza torna a parlare con il vescovo del rotolo dello Studio di Pavia che vuole rimandare a Pavia una volta sistemato. Non vuole siano aumentati gli stipendi di Giacomo del Pozzo, di maestro Apollinare né di altri, dicendosi disposto a chiamare docenti da altri paesi. Per quanto riguarda la vertenza tra i maestri Giovanni Matteo e Antonio Guerra nega di aver fatto a Matteo alcuna promessa. Per quanto detto da quelli di Pavia il duca è del parere che l'assegnazione fatta ai docenti valga per tutto l'anno.

[ 272v] Siamo tardati mandarvi questa lettera per occupatione havimo havuta. E perché anchora el raxonar delo rotolo del studio fo cussi breve cum monsignor vescovo che n'è parso da poy revederlo et intendere meglio, nuy ve mandiamo lo rotolo lo qual volimo che de novo examinati et lo aconzati et como diximo a vuy, monsignore, ad nuy non pare se azonza salario ad domino Iacomo del Pozo né magistro Appolinaro né ad alcuno altro. Et quando loro se facessero pur difficile a lezere, dicimo che volimo piutosto mandare in altri paesi ad torne duy altry, valenti como loro et più, se bene ce dovessero costarci fiorini vii o viii l'anno, che costoro, quali sonno nostri subditi, vincano questa prova cum nuy, benchè crediamo pur, quando intendano questa essere la voluntà nostra, questa addicione se la poneranno in tacere, como hanno facto questo anno presente.
Ala parte dela diffirentia quale è fra magistro Iohanne Matheo et magistro Iohanne Antonio Guerra, perché magistro Matheo dice che nuy gli havimo promesso precise la lectura dell'anno forturo, dicimo che questo non è vero ma, si de raxone non si pò gravar dela conducta gli fo facta quando fu facta insieme cum quilli altri doctori, dela quale volimo ne iustificati bene, perché iusta non posset conqueri. Per altro non habiati respecto, perché nuy non gli havimo promesso niente de novo.
Ala parte de magistro Thibaldo da Sale, dicimo che havimo veduta la scripta, quale el nobile quondam Rafaello da Vicomerchato, et la quale ve remandiamo acioché l'ha faciati salvare, et parne quelle parole siano vere. Et Cicho se recorda et haver facta quella relacione quale dice la scripta, et cussì ne pare ricordare che fosse come dice la scripta, né credimo che dicto Raphaelo havesse notato altro ch'el vero, pur se pò intendere da tucti quelli del Consiglio quali gli forono ad quilli dì, dice la scripta. Et trovando sia cussì non se voria partir dolo dover et honestà.
Preterea, perché quilli da Pavia ne haviano mandato a dire se ricordassimo del suo capitulo appartenente al studio, del quale ve mandiamo la copia qui inclusa, non però che altra lettera né ambaxata sia qua vinuta cum quilli dela provisione, pur poriti mandare lì ad Pavia ad sapere deli deputati, che, quanto ad nuy, non pare bisongni quelli refermatory per questo anno futuro, pur nondimeno per la observantia del capitolo, provedati como vi pare. [ 273r] Ala parte del pagamento del studio che sia conservato et non li sia rocto per alcuna casone, siamo contenti habiati li maystri et che gli sia facta una assignatione per tucto l'anno quale non se debia rompere né tochare per dicti maestri né per nissuno, sia chi se voglia; siché li doctory siano ben pagati et contenti et cussì gli sia proveduto per lo passato, trovando qualche modo facile che a qualche tempo in tucto siano satisfacti et contenti. Altro diferentia non credimo sia cum lo rotolo, quando haveriti assetato quello è dicto di sopra, credimo starà bene subito, ne lo mandati che lo mandarimo al studio. Data Pizleonis, xxiiii octobris 1451.
Cichus.