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1193. Francesco Sforza a Giovanni da Cavirano 1451 ottobre 28 Cremona.

Francesco Sforza vuole che Giovanni da Cavirano provveda che gli uomini di Sale non siano gravati della tassa dei cavalli oltre al dovuto, controllando la tassa dichiarata dagli uomini d'arme. Quanto al vino per i soldati, sia dato, dove c'è, e dietro pagamento.

Iohanni de Cavirano.
L'homini della terra nostra de Sale ne dicono che hanno molto maior numero de cavalli et boche che non li toca debitamente per la soa rata parte dela taxa di cavalli; el perché ne hanno suplicato se dignamo provedere che non sianno gravati ultra el debito, ne hanno ancora dicto che li sonno deli homini d'arme li qualli hanno la taxa per più cavalli et boche che non hanno vive. Pertanto volimo et te commettemo che debii togliere dale spale deli dicti homini quilli cavalli et boche che hanno ultra la soa debita taxa quala, loro dicono essere cento cavalli, et quilli cavalli et boche che sopravancerano li meti in altrove, dove meglio parerà a ti. Ben volimo che habii bona advertencia che ali homini d'arme non sia data la taxa non ma per li cavalli et boche che hanno vivi; et in questo aperiray molto ben lì ogi perché credimo che, cercando bene questo facto, non solamente trovaray che avanzano cavalli, imo li mancarano ala summa di centi cavalli che li toca per dicta taxa. Ulterius se gravano dicti homini de Sale che sonno astrecti a dare vino ali soldati et non ne hano. Pertanto volimo provedi che quili ne hano gli ne diano per li pigni loro, et quelli non ne hanno miga, non gli ne diano miga. Et questo non manchi per cosa del mondo. Cremone, xxviii octobris 1451.
Iohannes.