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1249. Francesco Sforza al podestà, al comune e agli uomini di Castellazzo (1451 novembre 1 Cremona)

Francesco Sforza ribadisce al podestà, al comune e agli uomini di Castellazzo le sue disposizioni in materia di biade. Per il resto si faccia secondo il consueto.

Potestati, comuni et hominibus Castellacii.
Havemo havute alcune querele dale parte dellà, como per li vostri officiali sonno facti molti strecti ordeni circa lo facto dele biave, cioè che nisuno possa vendere né comprare senza licencia l'uno cum l'altro, né se pò andare al molino et più altre stretteze, quale non sonno de nostra voluntà. Il perché, quantunque per altre nostre lettere ve ne habiamo scripto, tamen per questa ve replicamo che la intencione nostra solamente è che nisuno possa portare fora biava del nostro territorio senza licencia sottosctipta de nostra propria mano et nissuna persona possa comprare biave in quantità per vendere et fare mercancia senza licentia deli nostri officiali. In ceteris autem intendiamo quod fiat et servetur consuetum. Cremone, ut supra.
Cichus
In simili forma infrascriptis:
potestati et hominibus Boschi,
potestati et hominibus Fregarolii,
potestati et hominibus Cassinarum,
potestati et hominibus Sezadii,
potestati et hominibus Filizani,
potestati et hominibus Quargnentii,
potestati et hominibus Solerii,
potestati et hominibus Castri Spine.