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132. Francesco Sforza al marchese di Monferrato [Giovanni di Monferrato] e a Guglielmo di Monferrato 1451 luglio 3 Cremona

Francesco Sforza denuncia al marchese di Monferrato e al fratello Guglielmo che con il pretesto di raccogliere biade alcuni loro uomini si sono portati a Castello di Annone e hanno preso uomini, donne e bestiame. Il duca chiede che le persone prese vengano rilasciate e che sia restituito quanto è stato portato via. Avverte che se gli uomini di Cerro Tanaro ritengono di vantare diritti sui possedimenti, venga loro concesso di portarsi dal duca, perché egli farà loro dare giustizia.

[ 39r] Illustribus dominis marchioni Montisferrati et domino Guielmo de Monteferato.
Dal spectabile locotenente nostro de Alexandria siamo advisati come li homini et gente vostre hano corso suso lo terreno nostro de Anono et pigliate homini, femine et bestiame delli nostri sutto pretexto de recogliere le biave de certe possessione che sono suso lo terreno nostro de Anone, le quale possessione li homini nostri de Anono per vigore de una sententia data in loro favore dicono essere soe. Della qualcosa ne maravigliamo grandemente, et perché ne rendiamo certi che le signorie vostre non habiano saputo de questo apto cosa alcuna né crediamo che questo sia stato ordine et voluntate delle prefate vostre signorie, pertanto pregamo et confortiamo quelle che vogliano fare revocare ogne novitate facta et fare relaxare li homini nostri et restituirgli ogne cosa li fosse stata tolta. Et se li homini del Cerro et altri pretendano havere rasone in dicte possessione, le prefate vostre signorie li possono mandare qui ad noy con le loro rasone, perché li faremo ministrare rasone et iustitia, ma che vogliano fare de facto, che, crediamo, non sia de vostra intenzione, deliberamo de non lassare sforzare li homini nostri, ma mettergli ogne nostra facultate per mantenere, conservare et aiutare lì le rasone nostre. Data Cremone, die iii iulii 1451.
Cichus.