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176. Francesco Sforza al luogotenente, al commissario [Ventura da Montesiccardo] e deputatis presidentibus negotiis di Lodi 1451 luglio 11 Cremona

Francesco Sforza si lamenta con il luogotenente, il commissario e i deputati presidentes negotiis di Lodi per l'indifferenza dei lodigiani nel prendere cautele perché la loro città sia salva dal contagio. Si trovino i denari necessari per provvedere: in caso di renitenti, Ventura comunichi per lettera i nomi.

Locumtenenti, commissario (1) ac deputatis presidentibus negotiis Laude.
Credevamo, per preservare quella città et popolo nostro dela condictione corre al presente, maxime per respecto nostro, considerato quanto appetiamo de fare spesso residentia lì, dovesseno nedum cum li ordeni boni farli provixione, ma cum mettere mane ale vostre borsie proprie et non mancharli in cosa alcuna toto posse obviare ch'ella se rendesse salva, che quanto sia vero ce è stato per più vie significato che sopra de ciò né per vuy offitiali né per vuy deputati né per alcuno se gli fa sopra né pensero né provisione alcuna. Et questa provisione resta maxime per darli il modo ad rethrare overo ad paghare alcuni pochi denari deputati ad questa cosa. Del che non pocho ne maravigliamo et dolemone grandemente de ciaschuno de vuy, eo magis de vuy officiali, che in questa cosa così importante non sappiati et ordinare et provedere per modo che la conditione non vada inanti como sentemo va. Il perché ve dicemo et expresse ve commandamo che, subito recevuta questa, daghati tale de sì facto ordine, ad ciò che non resti né per dinari né per altra casone possibile che la dicta condictione cessi et li denari che sonno da paghare che se paghino et, non supplendo quelli, che se ne trovino delli altri. Et insumma non intendiamo se resti per cosa alcuna che non se faccia quella provixione che sia possibile ad fare in questo facto. Et se alcuno fosse renitente, commettemo ad ti, ser Ventura, ce ne debbi dare adviso per tua lettera che seranno quelli tali et, non faccendo, tucto il manchamento imputarimo ad ti, contra li quali renitenti nel nostro venire là procederimo per modo che serà exemplo ad tucti li altri. Data Cremone, xi iulii 1451.
Andreas Fulgineus.


(1) Identificato come Ventura da Montesiccardo (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 390).