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196. Francesco Sforza al podestà [Giovanni Manfredi], al referendario [Gracino da Pescarolo] e all'ufficiale delle bollette di Pavia [Antonio da Varese] 1451 luglio 13 Cremona

Francesco Sforza scrive al podestà, al referendario e all'ufficiale delle bollette di Pavia lodando il provvedimento contro la peste preso dai deputati della provvisione della stessa città. È inoltre informato che lo Studio se habandona e che non si tengono lezioni, perché i professori non vengono pagati. Vuole perciò che il referendario intervenga per risolvere la situazione. Circa il mulo di Filippo Spinola, sequestrato, il duca dice al podestà che il suo famiglio può tenerlo, essendo stato derubato dagli uomini di Spinola del cavallo e di sei ducati.

[ 52v] Dilectis nostris potestati (1), Gracino, referendario (2), ac offitiali bulectarum civitatis Papie (3).
Perché li deputati della provisione de quella nostra citade ce scrive havere facto certo ordine et providimento circha al facto della peste, et cetera, de che nuy gli respondemo che hanno facto bene et che ce piace tale provedimento et confortamoli ad haverli bona cura et dilligentia, dummodo tamen in ogni cosa se intendino cum vuy, siché volimo che circha de ciò, chiarendovi che non intendemo che loro debiano fare cosa alcuna senza vuy.
Ceterum loro ce scriveno che lo Studio se habandona et che li doctory del Studio non legono, perché dicono non essere pagati, il perché dicimo ad vuy, Gracino, referendario, che vogliati dare tal forma et modo che li doctory legano et che siano per ogni modo pagati, como è nostra intentione.
Ala parte che vuy, podestà, ne scriveti de mulo sequestrato de Filippo Spinula, dicimo che, siando el dicto mulo de Filippo et che per quilli de Filippo fusse robato el vostro famiglio, al quale diciti fu tolto uno vostro cavallo et sey ducati, siamo contenti che pigliati dicto mulo, non siando el mulo de più valuta che la robba fo tolta al vostro famiglio. Cremone, xiii iulii 1451.
Cichus.


(1) Identificato come Giovanni Manfredi (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 316).
(2) Gracino da Pescarolo.
(3) Identificato come Antonio da Varese (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 322).