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22. Francesco Sforza a Rizzardo da Avignone 1451 giugno 12 Milano

Francesco Sforza scrive a Rizzardo da Avignone, officialis super laboreriis di Monte di Brianza, di non dare alcuna molestia a Giovanni da Molgora e a Giovanni Calco per i lavori ordinati dal duca, essendosi gli uomini di quelle parti impegnati a pagare per loro. Purtroppo finora non hanno mantenuta la parola: mandi, quindi, a richiedere il dovuto.

Rizardo de Avinione, officiali super laboreriis Montis Briantie.
Nuy te scripsimus ali dì passaty che non dovesti lassar dare impedimento né molestia alcuna a Giohanne da Molgora et Giohanne da Calcho per casone de quilli nostri lavorery ad instantia del'homini di quelle nostre parte, per non derrogare alle sue exemptione, perché loro ne promiseno che da loro stessi satisfariano per la parte sua. Et perché fin ora non hanno satisfacto, per l'alligata scrivimo opportunamente che debbiano satisfare per quanto gli tocha per la rata loro. Siché volimo che mandi per loro et daragly dicta aligata et rechiederay per parte nostra che faciano dicta sua parte et questa nostra richesta et non ad instantia de essi hominy, perché facendola in questa forma non se derrogarà alle dicte exemptione. Et, se essi recusaranno et volessero essere renittenty ad questa nostra voluntà, volimo che subito ne avisi. Data Mediolani, die xii iunii MCCCCLprimo.