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241. Francesco Sforza a Galeotto Ratti 1451 luglio 18 Cremona

Francesco Sforza scrive a Galeotto Ratti, capitano di giustizia, di mandare degli uomini sul lago Maggiore, dove troverà l'aiuto del locale capitano, per prendere i malfattori che a Mergozzo insultarono e ferirono alcuni conducenti di calcina per il castello di Milano. Una volta presi, amministri loro esemplare giustizia.

[ 62r] Galeotto Ratto, capitaneo iustitie.
In li dì passati, facendo condurre quilli che sonno deputati sopra lo lavorerio del nostro castello da Milano certa quantità de calcina dalla parte del lacho Mazure, alcuni homini da Mergozo hanno facto insulto contra li conductory et navaroli et ne hanno ferriti alcuni de loro, como vuy intendiriti. Et perché non deliberamo de comportar questo per alcuno modo, prima per lo honore nostro, poy lo danno et desconcio che ne seguisce, et deinde per dare exempio ali altry de non incorrere in questi inconvenienti, volimo che mandati ad questi tali luoghi de Mergozo et tenati tucti quilli modi che ve pareno de haver quelli tali malfactory in le mano, intendendove cum lo capitaneo del lacho Mazure (1), al quale havimo scripto che in questo facto ve dia ogni adiuto et favore. Et havuti che li haviriti, procedati contra loro ad quanto vole la raxone et iustitia, siché per lo advenire niuno ardisca incorrere in questi acti. Data Cremone, die xviii iulii MCCCCLprimo.
Cichus.


(1) Identificato come Giovanni Stefano Casati da Milano (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 283).