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267. Francesco Sforza al cardinale Fieschi 1451 luglio 22 Cremona

Francesco Sforza chiede al cardinale Fieschi di aderire alla richiesta di recarsi a Genova per dibattere la causa che verte fra lo stesso cardinale e Antonio Guidoboni, segretario ducale, che vuole avere quanto sostiene spettargli dal monastero di San Marciano di Tortona.

[ 67r] Domino cardinali de Flischo.
Se recordiamo havere più volte scripto ad la signoria vostra confortando quella gli piacesse satisfare al'egregio secretario nostro dilecto Antonio Guidobono de quello pretende havere dal monasterio de Sancto Marciano de Tortona per denari luy paghò in corte per le bolle de dicta abbatia, concessa tunc ad suo fratello, quali denari noy (a) stessi fecimo exbursare dal magnifico Cosma de Medeci per dicto Antonio et per dicte bolle, item et per denari paghò dicto Antonio alla bona memoria del duca de Mediolano proximo passato per dicta abbatia, quale ad noy foreno dingne et honeste casone. Sentimo anchora dicto Antonio havere voluto commettere dicta controversia è fra la signoria vostra et luy in Zenoa: et pur fin a mò la signoria vostra recusa de vegnire ad satisfacione et ad cognicione et dice, se esso Antonio pretende dovere havere cosa alchuna da essa, debia andare in corte ad domandare. La quale resposta cum supportacione tuttavolta non ce pare bene honesta per doe rasone: l'una, mal equalmente poterà piadire in corte el dicto Antonio cum la signoria vostra; l'altra, che quella recusi de vegnire ad cognicione in Zenoa, dove caxa vostra ha tanta preheminentia et superiorità. Il perché preghamo et confortiamo la paternità vostra gli piaza satisfare, sì per lo dovero sì per nostra contemplacione, al dicto Antonio et vegnire ad tale cognicione che luy se possa degnamente contentare, notificando ad quella non gli concederamo licentia de vegnire ad piadire in corte per questa casone, operandolo ogni dì nele cose nostre ardue como facimo. Piaza ad la predicta signoria vostra respondere de sua intencione per lo presente correro, quale mandiamo solo per questa casone, aciò sappiamo che fare in questa materia. Cremone, die xxii iulii 1451.
Cichus.


(a) Segue ess depennato.