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279. Francesco Sforza al Regolatore e ai Maestri delle entrate 1451 luglio 23 Cremona

Francesco Sforza scrive al Regolatore e ai Maestri delle entrate di provvedere in modo che i castellani e i conestabili di Parma ricevano i pagamenti che spettano loro e non hanno ancora ricevuto perché il locale referendario ha versato 500 ducati a Benedetto, medico ducale.

[ 70r] Regulatori et Magistris intratarum.
È venuto qua da noy el nostro referendario de Parma (1), dal quale havimo voluto intendere in quale forma stano le intrate de quella nostra città et como stano li assignamenti facti sopra essi. Et fra l'altre cose ne ha decto che per le vostre lettere egli stato necessario fare uno assigno ad maystro Benedicto, nostro phisico, de cinquecento ducati, per lo quale non pono essere facti li pagamenti ali castellani et conestabili nostri, quali quanto siano bene forniti de ogni cosa, cossì dal canto nostro quanto dal vostro, ne siamo pienamente informati per Francisco Maletta, nostro secretario, quale havimo mandato là questi dì proximi per vedere li loro fornimenti, siché, levandogli mò questi soi pagamenti, pensati quanto stariano bene. Et perché noy intendimo che omnino corrano li pagamenti ad essi castellani et conestabili, perché altramente non gli porriano stare, vi dicemo che, volendo voy ch'el staga et remanga fermo l'assigno predicto del prefato magistro Benedicto, debiati omnino provedere, per qualunche altra via vi parà, che essi memorati castellani et conestabili habiano li soi ordinati pagamenti vel, volendo ch'el dicto assigno remanesse ad essi castellani et conestabili, provederite al prefato magistro Benedicto per qualuncha altra via vi parerà perché anchora lui habbia ad remanere satisfacto et contento. Ceterum, perché siamo informati se despenserà assai più somma de sale ala gabella nostra de quella città nostra predicta cha quella de' dare miser Pietro de Sipione, vi commectiamo et volimo che debiati provedere ad essa gabella in l'hanno presente de pesi x milia, cioè decemilia de sale, ultra quello, como havimo dicto, deve dare el dicto misser Petro. Cremone, xxiii iulii 1451.
Cichus.


(1) Identificato come Alessandro Castiglioni (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 462).