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289. Francesco Sforza al commissario [Battista Sabelleschi da Norcia] e al podestà di Parma [Giovanni Giordani da Pesaro] 1451 agosto 11 Cremona

Francesco Sforza chiede al commissario e al podestà di Parma di vagliare se la lettera inclusa, richiesta al duca dall'ebreo Leone, possa recare danno a qualcuno.

[ 72r] Comissario (1) et potestati Parme (2).
A questi dì proxime passati noy concedessimo a Leone, ebreo habitatore de quella nostra cità, alchune lettere dele quale ve mandiamo qui inclusa la copia, como vedereti, a persuasione et conforti de quella nostra comunità. Hora dicto Leone ne richiede che gli vogliamo concedere una altra lettera in simile forma, como vedereti per la copia quale ve mandiamo similmente qui inclusa. Et perché noy non voressimo far cosa che podesse preiudicare ad persona alchuna né dela quale se podesse lamentare persona del mondo, vi committiamo che ve debiati informare chiaramente se alchuno se ne podesse agravare né lamentare de dicta lettera et che fosse in preiudicio de alchuno, del che subito ne avisareti, et se la dicta lettera glio (a) la possiamo concedere senza iniuria de alchuno. Cremone, xi augusti (b) 1451.
Cichus.


(a) Così in A.
(b) xi corretto su xxiiii; augusti in interlinea sopra iulii depennato.

(1) Identificato come Battista Sabelleschi da Norcia (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 457).
(2) Identificato come Giovanni Giordani da Pesaro (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 459).