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290. Francesco Sforza al commissario, ai comuni e alla comunità di Incino 1451 luglio 24 Cremona

Francesco Sforza chiede al commissario, ai comuni e agli uomini della pieve di Incino di dare sistemazione a trenta cavalli, fornendo loro quanto si suole.

Comissario (1), communibus et hominibus plebis Incini.
Quantunche nostra intentione sia stata et seria sempre de non darve fatica de logiamento de cavalli, sì perché el paese vostro non è apto a tenere cavalli sì perché neli tempi passati ha pur durati et supportati deli affani asay, nondimancho, considerato el grande numero de cavalli che nuy habiamo in li nostri terreni, per modo che in tanto paese non gli è qui una cassina che non gli siano dele nostre gente d'arme, per forma che, havendo nuy alcuni cavalli de allogiare, non sapiamo dove meterli se non diamo a vui questa fatica, benché lo faciamo malvolentere, pur la necessità ne strenge a fare cossì. Pertanto ve confortamo, carricamo et stregemo (a) quanto più possemo che fra vuy vogliati alogiare trenta cavalli et trenta boche de nostra famiglia, segondo el Pisanello, nostro fameglio, ve scriverà et ordinerà per suo bollatino, facendoli provedere circa la vita deli cavalli et boche segondo è proveduto ali altri nostri famegli qualli logiano nel ducato de Milano. Et in questo non vogliati dire de non, perché non ve rechedemo questo per debito né per niuna altra casone, ma in loco de servicio, non aspectando altro da madona Luchina (2), perché semo certi non vorrà contradire a questa nostra voluntà. Cremone, xxiiii iulii 1451.
Cichus.


(a) Così in A.

(1) Non identificato (la carica non è segnalata da SANTORO, Gli uffici).
(2) Luchina Dal Verme.