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294. Francesco Sforza a Nicodemo Tranchedini da Pontremoli 1451 luglio 25 Cremona

Francesco Sforza scrive a Nicodemo Tranchedini da Pontremoli meravigliandosi che non gli abbia ancora fatto sapere se ha avuto e quali sono stati i contatti con il monsignore vicecancelliere. Gli rinnova l'ordine di tenersi continuamente in contatto con detto monsignore, regolandosi in tutto secondo il suo parere.

[ 73r] Nicodemo de Pontremulo.
Tu say la commissione che te fecimo ante la tua partita de qui del'intenderte cum lo reverendissimo monsignore vicecancellero (1) et comunicare secho tucte le cose che acchadeno pertinente al Stato. Non sappiamo se l'hay facto: se l'hay facto, hay facto el debito tuo et cosa a nuy grata; se non l'hay facto, meriti grave reprehensione da nuy. Però te repplichamo de novo et volimo che da mò innanzi comunichi seco ogni cosa et conforti et preghi sua signoria gli piacia prendere la cura et governo di facti nostri lì in corte et fare in benefitio nostro como faria per la signoria sua propria, caricandote che, in ogni cosa che occorrerà, te regi segondo el parrere et consiglio suo, rendendoni certi ch'el se governarà cum l'usata prudentia et farrà per nuy come debbe fare el padre per lo figlielo. Nostra intentione è che tu el visiti spesso, como farissimo nuy se fussimo là. Et vogli spesso avisarci delle cose como passano dellà. Data Cremone, die xxv iulii MCCCCLI.
Cichus.


(1) Nicolò Amidani.