Registro n. 6 precedente | 296 di 1271 | successivo

296. Francesco Sforza al vicecamerario pontificio [Nicolò Amidani] 1451 luglio 25 Cremona

Francesco Sforza riconferma al vicecamerario pontificio quello che deve aver già saputo dal segretario ducale Nicodemo Tranchedini da Pontremoli, ossia che ha promesso e dato il priorato di Voltore a Filippo da Biozzo, nipote di Luigi Bossi. Gli chiede di voler patrocinare presso il papa questa designazione.

[ 73v] Domino vicecamerrario (1).
Como siamo certi doveti essere informati da Nicodemo da Pontremulo, nostro secretario, nuy havimo promesso et dato lo priorato de Voltore a messer Filippo da Biozzo, nepote de messer Auluysino Bosso, et perché pare che la vostra paternità l'habbia rechiesto alla santità del nostro signore el papa, che li piacia conservarlo ad vuy, et cetera, pregamo et confortiamo essa vostra paternità, per respecto alla promessa quale havimo facta al dicto misser Aluysino Bosso, che non se ne voglia impazare, imo per nostro respecto ve piacia confortare et supplicare la prefata santità del nostro signore il papa che li piacia fargli la voluntà nostra del dicto beneficio. Et, como habbiamo dicto et scripto ad Vincenzo, vostro fratello, la vostra paternità deve adtendere (a) ad cose grande, donde ne possa consequire utile et honore, et lassare andare queste cose minime, et vederiti per effecto che dal canto nostro non mancharà ad farve cum effecto ogni bene, ogni onore et exaltatione che ne sarrà possibille, como porriti havere inteso dal Vincenzo overo per una nostra lettera che li habiamo scripto, quele è proceduta dala mente nostra propria. Siché ve pregamo non ve ne impazate più del dicto priorato, ma lassare conseguire nostra intentione (b), per observare quello che havimo promesso, per l'honore nostro. Et voglia essa paternità vostra atendere ad cose grande, donde ne possa conseguire exaltatione et reputatione et lassare andare queste cose mineme, perché de ogni vostro bene, exaltatione et reputatione nuy ne contentarissimo cussì como del nostra proprio et per nuy non mancharà adiutarvece et favorirvece in ogni cosa. Siché ve pregamo non ve ne debiati più impazare, anzi adiutare al dicto Nichodemo apresso la santità del nostro signore il papa, che essa santità ne facia la voluntà nostra, della qual cosa ne farriti cosa molto grata et acepta. Data ut supra.
Cichus.


(a) In A ad intendere, con in depennato.
(b) Segue siché ve pregamo depennato.

(1) Nicolò Amidani.