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304. Francesco Sforza a Angelo da Caposilvi 1451 luglio 26 Cremona

Francesco Sforza ordina ad Angelo da Caposilvi che non si tocchi cosa alcuna di Giannino di Bettino da Calvatone a cui il duca ha, su richiesta del condottiero Giacomazzo da Salerno, salvato la vita e i suoi beni.

Anzelo de Caposilvis.
Como per un'altra te habiamo scripto, havendo nuy ad contemplatione del spectabile et strenuo cavaliero miser Iacomacio da Salerno, nostro conductiero, libere perdonato la vita et facto la gratia similliter della robba ad Iohannino de Betino da Calvatone, uno de quilli erano in colpa del tractato de quella nostra terra, volimo che non li sia tolto né dato alcuna molestia nelle sue robbe et bene; et cussì non gli la darray. Et in caso fusse per te o per altry facta novitate alcuna contra le dicte sue robbe et beni, volimo subito che, recevuta questa, revochi dicta novitate et fatigli integre restituire tucto et retornarlo al prestino stato suo. Et questo non manchi per niente. Data Cremone, die xxvi iulii 1451.
Andreas Fulgineus.