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315. Francesco Sforza a Gaspare Vimercati 1451 luglio 26 Cremona

Francesco Sforza si dice d'accordo con Gaspare Vimercati e con Filippo Borromeo di affidare allo stesso Filippo la punizione dei suoi uomini che si sono male comportati verso i barcaioli che trasportavano calcina al castello di Milano. Fa sapere la sua intenzione di nominare nell'officio del Giudice dei dazi, morto Filippo de Hermenulfi, il figlio Metello in merito al quale chiede il parere.

[ 77v] Comiti Gasparry de Vicomerchato.
Inteso quanto ne scrivi della displacentia ha havuto el magnifico conte Filippo Bonromeo della novità hanno facta quilli suy ad certi navaroli conducivano calcina, et tucto quello de ciò ne scrive, te respondemo che ad tua et sua complacentia siamo contenti remeterli la cognitione et punitione de questo facto per i sui hominy, tanto che crediamo ne farrà punitione et demostratione como nuy et maiormente; et cussì scrivemo de ciò ad meser Galeotto, al capitaneo de laco et ad Filippo de Ancona, che non diano impacio né molestia alcuna ad dicti homini, che l'havemo commesso come è dicto.
Ulterius advenga ad quisti dì proximi passati ne scrivissi della morte de Filippo de Hermenulfis, iudece allo offitio dei datii, che volissimo concedere dicto offitio ad uno altro, et de ciò respondessimo esser contenti; tamen de poy havimo havuto per parte de figlioli de esso Filippo la supplicatione introclusa quale te mandiamo; et perché, narrando el vero che Metello sia acto et idoneo ad dicto offitio ne parreria conveniente, iusto et rasonevele per più respecti che exercitasse dicto offitio loco patris, de che te havimo voluto avisare, che crediamo sarrà conforme con voluntà nostra, pur niente de meno sey sul facto et in re meglio comprehenderay questa cosa et la suffitientia sua, se è idoneo o non. Data Cremone, die xxvi iulii MCCCCLI.
Cichus.