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337. Francesco Sforza ad Azzone 1451 luglio 28 Cremona

Francesco Sforza chiede ad Azzone, castellano di Pallavicino, ragguagli circa il rifiuto degli uomini della località segnalata di accettare un podestà. Circa la raccolga delle entrate, il duca lo avvisa che avrà un tortonese, inviatogli dal podestà, che terrà la registrazione; ne prenda tante che bastino per la fornitura della fortezza per un anno; del di più gli dirà poi che farne.

Azoni, castellano Palavicini.
Habiamo recevute alcune lettere toe et inteso quanto ne scrivi del'homini de quello loco, quali non voleno quello protestate, al quale, respondendo, te dicimo che altre volte noy sappessimo che essi homini se ellezevano per sì li loro potestati et doy che stasevano ad esso officio de potestaria, dove, se mò gli ne mandassemo noy uno forestiero, non sappimo quanto fosse honesto. Ma dicimo bene che de ciò te vogli bene informarte et poy ne avisaray et per noy quanto fosse da fare. Alla parte che ne scrivi che se proxima el tempo de recogliere quelle intrate te dicimo che siamo contenti gli recogle, havendo inteligentia cum quello che mandarà lì lo potestà nostro de Terdona per tenere la rasone d'esse entrate, delle quale, como per altre nostre lettere haveray inteso, siamo contenti ne pigli tante che te bastino per uno anno, per lo fornimento de quella nostra fortezza, et lo resto volimo faci tenere in sequestro per finché noy te scrivirimo quello che ne doveray fare. Data Cremone, die xxviii iulii 1451.
Volimo anchora ne avisi quanta sarà quella che sarà sequestrata, oltra quella che pigliaray per municione (a).
Cichus.


(a) Segue Data ut supra depennato.