Registro n. 6 precedente | 38 di 1271 | successivo

38. Francesco Sforza al podestà di Romanengo 1451 giugno 14 Milano

Francesco Sforza, dopo aver lodato il podestà di Romanengo per quanto fatto, osserva che i soldati ivi alloggiati si lamentano delle stranieze che sia da lui sia dagli uomini del luogo si usano verso di loro.

[ 16v] Potestati Romenenghi (1).
Havemo inteso quanto per la toa littera ne hay scripto et advisato dele cose se agitano del canto de là. Ad che non bisogna fare altra resposta, se non che te commendiamo de quanto hay facto, caricandote vogli per l'avenire fare el simile. Ala parte dele lamente deli soldati nostri allogiano in quella terra, el è ben vero che se dogliono grandemente dele stranieze li sonno usate per ti et quelli homini, perché voy facte quello a loro che non è facto per niuno altro nostro subdito ali altri soldati, siché vogliate insieme con quelli (a) homini servare modo che dicti soldati non habiano casone dolerse iustamente de voy. Data Mediolani, die xiiii Iunii MCCCCLprimo.
Iohannes.


(a) Segue altri depennato.

(1) Non identificato (la carica è segnalata da SANTORO, Gli uffici, p. 428, ma dal 1451 dicembre 1).