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383. Francesco Sforza a Giovanni Caimi 1451 agosto 4 Cremona

Francesco Sforza tranquillizza Giovanni Caimi, assicurandolo che l'espressione usata verso di lui non significava che lui non fosse adeguato, ma che avesse forsi qualche resguardo. Lo sprona in ogni caso a essere sollecito a far piantare le colonne per la costruzione del ponte a Pizzighettone, per cui scriverà anche ai locali di dare tutti quei maestri che saranno utili.

[ 92v] Iohanni de Caymis.
Havemo recevuta la toa littera et inteso quanto ne scrivi del facto del ponte, et la casone che tu aleghi perché non è ancora principiato ad conficare le colone. Del tuto restamo avisati, et respondendo ale parte, et primo: del facto che tu dici te basta l'animo de fare et cetera, dicemo che quello nuy te scrissemo non lo scrissemo perché tu non fosse sufficiente et che non te bastasse l'animo a fare maior cosa che questa, ma perché tu gli havessi forsi qualche resguardo et cetera, et non per niuna altra casone. Siché de questo non bisogna tu daghi affanno alcuno in la mente toa, ma attendi cum solicitudine ad far conficare le colunne ad ciò che, quando saremo lì, para habbi facto qualche cosa, avisandote che noi scrivemo per l'aligata a quilli nostri homini de Pizghitone che debbiano dare tucti quelli maistri te serano expedienti per lo lavorerio del dicto ponte, segondo tu gli rechederay, siché tu, che sey su la facto, fa' como meglio te parerà purch'el ponte se faza et presto. Cremone, iiii augusti 1451.
Cichus.