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444. Francesco Sforza al cardinale Beneventano 1451 agosto 10 Cremona

Francesco Sforza ricorda al cardinale Beneventano il periodo in cui il cardinale era legato pontificio in Romagna e lo Sforza era confaloniere della Chiesa, per richiamare la concessione avuta con breve di papa Eugenio IV della località di Barbiano. Siccome ora Borso d'Este contesta tale possessione, il duca chiede al cardinale di far fede a tale concessione per vigore del breve apostolico.

Cardinali Beneventano.
Como la signoria vostra se debbe ricordare retrovandosse nuy longo tempo fa in Romagna Confanonero de Sancta Chiesa et essendo la paternità vostra legato presso nuy, la felice memoria de papa Eugenio ve scripse uno breve contenente in effecto che ne dovesti mettere ala possessione de Barbiano, quale è presso a Cotignola; et cossì ce ne mettesti et ne forono tradati et rogati instrumenti con solemnità opportune et ad essa possessione stetimo longo tempo, cioè per finché l'ilustre signore Nicolò, marchese de Ferara, viniti et da poy etiam circha duy anni al tempo del marchese Lionello. Ma da loro in qua el prefato quondam marchese Leonello et etiamdio lo presente signore marchese ne ha turbato et turba nuy et li nostri homini da Cotignola per questa casone, dicendo che nuy et li nostri non havemo a fare in quello loco de Barbiano et che debbiamo monstrare le rasone nostre. Nuy non possiamo monstrare le dicte rasone perché non trovamo lo instrumento quale fo facto per la dicta apprehensione, quantunca loro homini da Cotignola dicono che l'hebbeno nuy insieme con lo breve quale ve scripse papa Eugenio per metterne alla dicta possessione; nuy etiandio possemo fare refare il dicto instrumento perché quello che lo fece è morto. Reverendissimo monsignore nuy deliberamo fare ogni cosa per co[n]servarci quello loco de Barbiano et le rasone che havemo in esso et tanto più, quanto che la terra nostra de Cotignola è molto populata et non ha terreno a sufficientia, et non havendo el loco de Barbiano non poteriamo vivere; et ad obtenere questa nostra intentione bisogna che la signoria vostra, quale è informatissima de questa facenda, facia fede como nuy prendessemo la possessione de quello loco et la signoria vostra ne missi ad essa possessione per vigore del dicto breve apostolico. Perciò la confortiamo et pregamo che recordandosse di questo facto [como siamo certi], gli piacia fare fede de tucte le predicte cose et scrivere et fare scrivere dala Santità del nostro signore et come ve parerà al prefato signore marchese como passò questa facenda, perché intendendo luy la cosa; credemo pur ch'el ne lassarà goldere pacificamente lo dicto locho de Barbiano. Et in questo ne farà la vostra signoria grandissimo piacere et contentamento. Data Cremone, die x augusti 1451.
Cichus.