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452. Francesco Sforza al Consiglio segreto 1451 agosto 13 Pizzighettone

Francesco Sforza scrive ai membri del Consiglio segreto sui problemi dovuti alla peste e agli inconvenienti che derivano per l'assenza degli officiali. Vuole che si provveda per evitare ulteriori pericoli e si vagli la proposta di fare mercati perché non vengano a mancare vettovaglie.

[ 107v] Dominis de Consilo secreto.
Fra l'altri nostri penseri, che de presente ne vano per la mente, per certo el facto de Mediolano più ne preme el core et più affano ne dà che veruna altra cosa. Primum, cum non poteressimo dire né scrivere quanto ne pesa et doglia il caso della peste, qual tanto crudeleza in quella nostra miseranda cità; deinde, sentendo ogni dì da più lati e persone fidedigne de molti inconvenienti che se gli fano per l'absentia delli officiali et delli scandali pericolosi, quali multiplicandose, se non se gli provide, potriano generare cosa che rincresceria a noy et voy, credati che non siamo senza melenconia. Et aciò siati avisati de qualche parte del'inconvenienti se dicono usarse lì, ve mandiamo incluse ale presente due cedule il tenore dele quale, bene inteso, ve confortiamo, pregamo et stringemo et caricamo quanto più possiamo che vogliti, postpositis omnibus, attendere et providere a quanto ve parerà bisognare perché non reiusa veruno pericoloso scandalo, avisandove che noy ne dormimo sopra l'ogi vostri et maiore piacere non ne poteresti fare como ad providere talmente che più non sentessimo simile cose. Ceterum n'è stato recordato che siando prohibito ad molti deli nostri lochi el venire a Mediolano per portare victualie, li seria bono che se provedesse de fare fare duy mercati proximi alla citade acioché victualie non manchasseno. Pertanto voy, che intendeti meglio che noy la importantia, vogliatili fare pensiero sopra et providergli como vi parerà meglio. Et perché questo facto è cossì vostro como nostro, non ve dicimo altro. Data Pizleonis, xiii augusti 1451.
Cichus.