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458. Francesco Sforza a Bernabò Sanseverino 1451 agosto 14 Lodi

Francesco Sforza ordina a Bernabò Sanseverino di indurre Lancillotto Rusca a pagare il debito al vescovo di Como; tale denaro servirà per riparare il naviglio del lago. Comanda che il passaggio dei corrieri e cavallari ducali non sia mai impedito nonostante la peste.

Bernabovi de Sancto Severino.
Perché Lanciloto Rusca, h[ab]itatore nele terre de quella valle, perfin mò non ha satisfacto ad Antonio da Varese, nostro fameglio, de quello è debitore del vescoato de Commo, como per altro nostro credimo habiati inteso, havendo nuy ordinato ch'essi dinari fossero spesi in reperatione de quello nostro navilio de Commo, qual sapiti che molto importa al stato nostro, ve confortamo, carricamo et strengemo che, ala recevuta de questa, de novo debiati mandare dicto Lanciloto ad Thomaso da Bologna, nostro comissario de Como, qual strengerà a farlo fare el debito pagamento et exequirà quanto ha in commissione da nuy, acioché prestamente se possa reconzare dicto naviglio; e in questo non mancareti per cosa alcuna. Ceterum havimo inteso che per l'officiali vostri d'essa dicta valle fi prohibito ad li nostri cavallari et correri che non passano per lì. El che, essendo cossì, ne maravigliamo perché, se ben havesti ordinato che per casone dela peste li nostri citadini, homini et subditi non fidesseno (a) lassati passare, nuy intendemo però che li correri, cavallari et cadauno altro che vada per li facti, siano lassati liberamente passare per qualuncha passo et loco vostro. Il perché ve n'havimo voluto scrivere in vostro avisamento acioché, quando alcuna inhibicione gli sia, la faciati revocare liberamente. Laude, ut supra.
Cichus.


(a) Segue passati depennato.