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47. Francesco Sforza a Giovanni Giapano 1451 giugno 16 Milano

Francesco Sforza loda Giovanni Giapano per come si comporta per il lavorerio dela cittadella. Non vuole si proceda alla condanna degli uomini di Cassine: al riguardo si intenda comunque con il luogotenente.

[ 19r] Iohanni Giapano.
Ali di passati havimo recevuto più tue lettere circha quello lavorerio dela cittadella, a parte delle quale havimo facto risposta et per queste non acade a fare altra risposta, salvo che de tutto restiamo avisati et, commendandote de tutto singularmente, te rengratiamo et, benché crediamo non bisognare, pur te confortiamo ad prosequire cum tua solita dilligentia et solicitudine ad quello lavorerio a tuo modo usato. Quantum autem alla comdempnatione intendeve de fare a quilli da Cassine, a nuy pare né volimo che tu procedi ad alcuna comdempnatione contra loro, perché non ne pare el tempo, ma intendete cum el nostro locotenente de lì et asime, havendo intelligentia, siamo certi che da loro haverity el dovere et quanto vority. Per adesso non ne pare de loro fare altra punitione, siché in questo non ne procedere se non a quanto te dirà esso nostro locotenente. Scrivimo etiamdio ally gentilhominy de Redobony, segondo che tu ce scrivi, ringratiandoli, et cetera. Data Mediolani, die xvi iunii 1451.
Cichus.