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502. Francesco Sforza al capitano della Martesana 1451 agosto 18 Lodi

Francesco Sforza scrive al capitano della Martesana di aver concesso ai Monzesi di condurre e far condurre, come nel passato, da qualunque luogo le biade, purché non siano portate fuori dal territorio ducale e non si violino gli ordini ducali.

Capitaneo Martesane.
Sonno venuti qua da nuy li ambassatori dela terra nostra de Monza exponendone che per l'ordine quale havimo facto mettere ad inhybire che le biade non siano conducte de qua et là né da locho ad loco, accioché non siano sinistrate né conducte fuora del dominio nostro, che remangheno privati de biada per lo loro uso, dove ne supportano grande caristia et damno, et perché quella dicta terra non fa tante biade in el territorio suo che gli basta per suo uso, immo è glie necessario che habbiano dele biade de altri luochi per vivere loro, siamo contenti ch'essi dicti homini ne possano condure et fare condure da qualunque loco, como hanno fatto per lo passato fin a mò, dummodo che sotto questo protesto non se contrafacesse per loro alli predicti nostri ordini. Il perché ve commettiamo che in questo loro conducere delle biade alla dicta terra non gli faciati impedimento né contrarietate alcuna, havendo però sempre diligente advertentia in vedere che le dicte biade non siano sinistrate né conducte fuora del dominio nostro, né che non se facia contra li predicti ordini nostri, li quali volimo che omnino siano observati. Data Laude, die xviii augusti 1451.
Cichus.