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511. Francesco Sforza ad Ambrogino de Lungagnano 1451 agosto 18 Lodi

Francesco Sforza scrive ad Ambrogino de Lungagnano di dubitare della sua credibilità, perché il capitano di Vimercato gli ha detto esattamente l'opposto di quello da lui riferitogli. Gli comanda, perciò, di restituire a quello di Bernareggio ogni cosa toltagli.

[ 120r] Ambrosino de Lungagnano.
Tu fossi heri qui a noy con una lettera del capitaneo nostro de Vimercà sopra el facto della biada che conduceva quello da Bernaregio et cetera, la quale lettera era scripta, segondo la informacione che tu havevi dato a tuo modo, al dicto capitaneo nostro. Mò de novo luy ne scrive lo contrario, como tu poray vedere per la lettera alligata con la presente. Questo è cagione de far che un'altra volta non te credemo lo vero. Pertanto fa' che, subito veduta la presente, tu rendi ogni cosa tolta a quello da Bernaregio, al quale non daray impazo né molestia niuna per l'avenire, per quanto tu hay cara la gratia nostra, avisandote che nostra intencione era haverti mandato là per aconzare li facti (a) nostri e tu gli guasti, ma guarda essere più savio. Laude, xviii augusti 1451.
Cichus.


(a) li facti ripetuto.