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514. Francesco Sforza al commissario di Pontremoli 1451 agosto 19 Lodi

Francesco Sforza scrive al commissario di Pontremoli di essere a conoscenza delle sue grida contro il porto delle armi, ma sa pure che le multe non vengono riscosse. Riscuota le multe: con esse si potrà far fronte a delle spese.

Comissario Pontremuli.
Habiamo inteso che tu hay facto fare, già è passato molto tempo, publiche chride e proclamacioni per parte toa ad inhibire che veruno non ardischa portare arme, sotto la pena contenuta in esse chride, et che per vigore de quelle sono facte et corse alchune condempnacione, le quale mò non sono scosse né mandate ad executione. Et perché pocho valeria far fare chride se poy non fidessine observate, ti committiamo et volimo che esse toe chride et proclamazioni, facte per la dicta portacione d'arme, le faci inviolabiliter observare et deinde ogni condempnacione facta et che se farano in futurum per la dicta casone le faci irrimisibiliter (a) scodere, perché se possa delli denari d'esse condempnacione supplire a qualche spese facte et che se haverano ad fare, intendendo noy che debi punire irrimissibilmente et condempnare tutti quelli in futurum contrafarano ad esse toe chride. In che commandiamote non lassi intervenire manchamento alchuno. Data Laude, die xviiii augusti 1451.
Cichus.


(a) Segue observare depennato.