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52. Francesco Sforza a Teseo da Spoleto 1451 giugno 17 Milano

Francesco Sforza ordina a Teseo da Spoleto, come aveva già richiesto a Raffaele Pugnelli, di sgombrare dai cavalli la possessione di Sant'Imento, di proprietà del vescovo di Piacenza, fratello di Vincenzo, segretario ducale.

[ 20r] Teseo de Spoleto.
Altra volta scrivissime et ordinassimo a Raphaello Pugnello, quando luy hera là im piasentina, che per reverentia del reverendo padre monsignor vescovo de Piasenza (1), fratello de Vincentio, nostro secretario, nostra intentione era et volevamo che ad Sancto Imento, possessione d'esso monsignore, non fusse dato impazo né graveza alcuna delli cavalli che alogiano in quelle parte, immo che, se alcuno cavallo gli alogiava, fusse levato via et mandato altrove. Et cussì continuamente fino al presente siamo staty in oppione ferma che lì non gli allogiasse né gli fusse mandato più cavallo alcuno et cussì havimo veduto in le lettere et scripture che non sonno state mandate qua. Ora intendiamo che gli alogiano pur alcuny cavalli, della qual cosa molto se maravigliamo. Pertanto volimo che tu levy via li dicti cavally et assettali altrove, como meglio te parerà, et fa che non habbiamo per simele cosa scriverte né per questa casone per lo advenire habbiamo più lamenta né querella. Data Mediolani, die xvii iunii 1451.
Cichus.


(1) Si tratta del vescovo Nicolò Amidani (cfr. GAMS, Series episcoporum, p. 746).