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532. Francesco Sforza al capitano della Martesana 1451 agosto 21 Lodi

Francesco Sforza si compiace con il capitano della Martesana per aver sequestrato il grano e le bestie, e per aver tolto le garanzie ai frosatori che portavano biade che dovevano essere consegnate a Como a Tommaso da Bologna, commissario ducale là. Il capitano si rechi sul posto e cerchi di prenderli, tenuto presente che la lettera è falsa, come pure falsificata è la sottoscrizione di Cicco.

Capitaneo Martesane.
Havemo recevuto le vostre littere per tenore dele qualle et etiam per relacione del vostro connestabile restamo avisati de quelle biave fidevano conducte a Como in nome de Thomaso da Bologna, nostro commissario là, per vigore de nostre littere signate Cichus. Et molto ne piace et ve comandamo che habiati sostenuto lo grano et le bestie et tolto segurtade dali frosatori, segondo ne ha referito esso vostro connestabile. Ma perché questo molto importa segondo noy, et molto più caso ne facemo, che forsi non crediti, ce deliberamo intendere la cosa fin al fondo, et pertanto volimo che subito, postpostis omnibus, etiam se li dovesti andare vuy proprio, habiati quilli frosatori nele mano et li retegnati, non relassandoli senza nostra licentia, anci li examinati et cercati cum omni industria cavare el vero dela cosa, avisandove che la littera patente è falsa et simulata né è ponto signata de mano de Cicho, nostro secretario. Siché intendeti ben el facto et de quanto trovareti avisaretene per vostre littere, non facendo però de questo altra mencione, ma retenendo la cosa in vuy per bona casone. Laude, xxi augusti 1451.