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58. Francesco Sforza a Orlando Pallavicini 1451 giugno 17 Milano

Francesco Sforza scrive a Orlando Pallavicini lamentandosi degli inconvenienti seguiti tra i suoi uomini e quelli di Pier Maria Rossi. Lo informa di aver avuto notizia dal conte Cristoforo Torelli di un incontro tra Giovanni Ludovico, suo figlio, con Pier Maria Rossi e che insieme hanno designato il vescovo di Lodi e Niccolò Arcimboldi per togliere i contrasti esistenti fra loro. Il duca è convinto che, incontrandosi Orlando con Pier Maria, le cose si appianerebbero e comunque vuole faccia restituire dai suoi uomini quanto hanno rubato.

Rolando Palavicino.
Essenda (a) avisati dal magnifico Petro Maria Rosso de certi inconvenienti seguiti tra li vostri et li suy et de una cavalcata et robaria novamente facta per li vostri sul tereno de Berceto, ne havimo havuto uno singulare dispiacere, perché vorriamo che tutti li nostri viviseno in tranquilità et pace, non che usasseno delli modi usati tra vuy. Et certamente non se possemo se non maravigliare de tale novità, maxime ch'el conte Cristoforo Torello, per sue date a xii del presente, ne ha scripto como Pedro Maria se era ritrovato a parlamento cum misser Zohanne Ludovico, vostro figliolo, et che tucti duy insieme havevano electo monsignor de Lode (1) et messer Nicolò Arcinbodo a levare queste differentie et che molto n'è piaciuto né dubitiamo punto che, retrovandose insieme, tuti duy restariti d'accordio. Iterum, acioché cussì (b) siegua più facilmente, ne pare et cussì ve confortiamo che vogliati far restituire a quilli de Pedro Maria tutte le cose tolte, perché scrivimo anchora a luy facia el simele ali vostri et cussì crediamo sarrà. Et dapoy solicitati che le dicte differentie se levino, che ne sarrà gratissimo oltra modo. Data Mediolano, die xvii iunii 1451.
Iohannes.


(a) Così in A.
(b) Segue sia depennato.

(1) Si tratta del vescovo Antonio Bernieri (cfr. GAMS, Series episcoporum, p. 794).