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60. Francesco Sforza a Lancillotto da Figino 1451 giugno 18 Milano

Francesco Sforza scrive a Lancillotto da Figino criticando il comportamento di Orlando Pallavicini verso i soldati ducali. Esorta Lancillotto di pregare Orlando a comportarsi diversamente.

Lanzaloto de Figino.
Pare che Rolando (1) usi verso quelli nostri soldati che sonno allogiati in le soe terre una discortisia la quale ad noy ritornaria in grande damno, zoé che, se ad uno homo d'arme more uno cavallo et che poy gline remetta et compera uno altro, non gli vole fare dare la spesa del dicto cavallo. Et cossì dice anchora fa delli sacomani, che, se uno sacomano se parti dal patrone, como è usanza, et che lo dicto patrone ne recogli uno altro, non glilo vole remettere. Il che non ne pare ben facto, perché, vedendose quelli nostri homini d'arme essere tractato ad questo modo, se disperano et forsi questo seria casone fargli pigliare altra via como desperati. Pertanto volemo che tu te debbie retrovare insieme cum dicto Rolando et pregarlo et exhortarlo che per Dio non voglia servare questi tali modi verso quelle nostre [ 22r] gente d'arme, perché sa bene luy lo malo nostro seria anchora suo, ma che ali dicti soldati li voglia fare ogni adconzo et piasere li sia possibile, perché l'haverimo carissimo. Et provedi per tale modo, anzi ti parte da luy, che questo ti scriviamo sia messo ad effecto per lo dicto Rolando et che li dicti nostri homini d'arme possano torre deli altry et cavalli et famigli, quando accade il caso che se moreno o che se fugino. Data Mediolani, die xviii iunii MCCCCL primo.
Cichus.


(1) Orlando Pallavicini.