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600. Francesco Sforza al capitano del comitato di Angera 1451 settembre 1 Lodi

Francesco Sforza scrive al capitano del comitato di Angera di essere sempre affezionato a suo padre. Si dice dispiaciuto della morte del fratello e assicura di interessare Galeotto Ratti, capitano di giustizia di Milano, perché imponga al famiglio del fratello di restituire le cose sue. Si dice dispiaciuto di non potere concedere a un altro fratello quanto vorrebbe.

[ 138r] Capitaneo comitatus Anglerie.
È vero, respondendo ale vostre lettere quello ne scriviti cioé che la bona mimoria de Francisco, vostro padre, sempre ne fo affectionato et nuy etiamdio gli portassimo una intrinseca benivolentia et amore, et cussì portiamo a vuy tucti suy figlioli, perché siamo certi seti serventi al'honore, bene et stato nostro avisandovi che dela morte de vostro fratello a nuy ne rencresce et dole perché nuy l'havevamo caro, como qualunqua altro di nostri, et s'el fusse campato nuy l'haveriamo demonstrato cum effecto. Et perché scrivite dele robe sue quale retene uno che fu suo famiglio, scrivimo per l'alligata a messer Galeotto, nostro capitaneo de iustitia, che ve facia restituire intregamente ogni cosa. Ala parte de aceptare uno vostro fratello, dicimo che nuy l'aceptarissimo volontiera et di bona voglia per demonstrarvi quanto havimo cari vuy et li vostri, ma non havendo el modo de presente a poterli fare dele conditione che volissimo et che lui meritaria, non sapemo che dire, ma speramo verà tempo che ve poremo compiacere in questo et in maior cose. Ex Laude, die primo septembris 1451.
Cichus.