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617. Francesco Sforza ai Maestri delle entrate straordinarie 1451 settembre 4 Lodi

Francesco Sforza scrive ai Maestri delle entrate straordinarie circa la scarcerazione di Teoldo Morone, imprigionato per frode di sale quando per tale imputazione è contemplata anche la pena di morte.

[ 142v] Magistris intratarum extraordinariarum.
Troviamo per vigore l'una vostra littera de dì xxvii del mese de marzo prossimo passato, dirrectiva a ser Ventura, locotenente in questa nostra cità, essere stato relassato et liberato dal carcere uno Theoldo Morone, habitatore de questa cità, quale alhora era in presone per certa inventione de frosacione de sale contra d'esso Theoldo facta, et segondo intendemo l'haveti liberato per conventione de sette, osia octo, libre d'imperiali; del che molto ne maravigliamo che havendo commisso tanto excesso et delicto sia stato liberato (a) per cossì poca conventione, considerato maxime che contra tali delinquenti gli sonno decreti grevi et expressi che gli è pena la vita et la robba, et cetera; et volentera intenderessemo qual è la casone che sia stato liberato per tanto poca conventione. Pertanto ve dicemo cossì che, recevuta la presente, ne debiati avisare dela casone per la quale l'haveti liberato per dicta conventione. Laude, iiii septembris 1451.
Cichus.


(a) liberato in interlinea.