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632. Francesco Sforza a Francesco Sanseverino 1451 settembre 6 Lodi

Francesco Sforza scrive a Francesco e ai fratelli Sanseverino che, per il debito di Lancillotto Rusca, siano costretti i debitori, specie i fittavoli e massari del comune di Sant'Abbondio, a saldare quanto dovuto.

[ 146v] Francisco et fratribus de Sancto Severino.
Deliberando nuy per ogni modo volersi deli dinieri quali resta dare Lancilotto Ruscha per lo debito del quondam miser lo vescovo de Commo, et informati che una bona parte non è in li debitori del dicto Lanciloto per casone dela (a) fictalitia de Lugano, cioè fictabili et massari et maxime quilli del comune de Sancto Abondo de quella valle, vi confortiamo et carichiamo, perché media[n]te l'opera vostra li consequiremo molto più presto che ad ogni r[e]questa de ciascuno messo che verà per riscodere quisti tali dinari de commissione de Thomaso da Bolongna, nostro commissario in Commo, overo ad instantia del prenominato Lancilotto, ad nostro nome, faciati constringere realmente et personalmente tucti quilli fictabili et massari et debitori per la dicta casone, quali ve saranno nominati, per modo che subito et senza dimora et exceptione alchuna satisfaciano intregamente de quello sonno debitori, secondo li pagamenti facti per li tempi passati, non attenduta la renitentia o pertinentia loro. Et in questa facenda vogliati mettere ogni vostra diligencia et studio, per modo che de presente possiamo adiutarse da dicti dinari in questi nostri bisongni. Data Laude, vi septembris 1451.
Cichus.


(a) Segue dicta depennato.