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637. Francesco Sforza all'arciprete di Sondrio 1451 settembre 5 Lodi

Francesco Sforza scrive all'arciprete di Sondrio di non molestare Enrico Origelli, arciprete dela chiesa di San Pietro di Tresino, nel godimento del beneficio avuto con bolle papali e col consenso del duca.

Domino archipresbitero Sondri.
S'è lamentato da noy cum grande querella el venerabile messer Henricho di Horrigelli, arcipreyto della chiesa de San Pietro da Tresino de quella nostra valle, che vuy gli occupate alchune delle possessione d'esso beneficio et che lo impazati; dela qual cosa molto se maravigliamo et dolimose de vuy perché, oltra che havesti ardimento de impetrare dicto beneficio senza sapputa et voluntà nostra, etiam mò haveti presuntione de impedire la possessione d'esso. Et perché como doveti sappere prefacto messer Henrigo l'ha impetrato con nostra voluntà et consentimento et ne ha havuto le bolle appostolice, ve avisamo che noy habiamo deliberato che omnino obtengha et golda dicto arciprevedato liberamente et senza impazo alchuno. Pertanto ve confortiamo et stringemo [ 148r] et etiam ve admoniamo che per quanto haveti cara la gratia nostra non ve debiati impazare delle possessione, beni et cosse spectano al dicto arciprevedato acioché esso messer Henrico ne possa fare como vole et debi, advisandove che se più lamenta sentiremo ve farimo intendere che siamo male contenti de vuy. Laude, v septembris 1451.
Cichus.