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70. Francesco Sforza a Giovanni Barbavara 1451 giugno 19 Milano

Francesco Sforza scrive al vescovo di Tortona che Antonia Maria, consorte di Giovanni Filippo Fieschi, gli ha fatto sapere che il vescovo intende recuperare, anche per via legale, il castello del vescovado tenuto da Giovanni Filippo e che è anche disposto a ricorrere a Roma, con il consenso del duca di Milano, per riaverlo. Lo Sforza si dice sorpreso e desidera sapere qual è l'opinione del vescovo. Vuole comunque che per tale motivo non si dia alcuna noia a Giovanni Filippo.

Episcopo Terdonensi (1).
Ne scrive la magnifica madonna Antonia Maria, consorte del magnifico Zohanne Felippo dal Fiesco, che la patenità vostra gli vole far fare novitate contra luy per casone del castello che tene del vescovato et che diciti de retirarlo in litigio in corte romana et che dicite di far questo con nostro consentimento. Della qual cosa molto siamo meravigliati né credemo che essa paternità vostra habbia dicte queste parole né alcuni delli suy. Nondimancho havirimo ben molto caro intenderlo dalla paternità vostra se havesse dicte le predicte parole né anche se havesse oppinione de cussì fare, avisandola che nostra intentione non è che cussì al presente sia dato impazo al prefato Zohanne Filippo per tale cosa. Data ut supra.
Cichus.


(1) Si tratta del vescovo Giovanni Barbavara (cfr. GAMS, Series episcoporum, p. 823).