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756. Francesco Sforza a Giovanni Balbiani 1451 settembre 17 Lodi

Francesco Sforza vuole che Giovanni Balbiani, conte di Chiavenna e commissario nelle terre di là del Po, si accordardi con il commissario e il capitano per punire gli uomini d'arme per le frodi commesse, sapendo che il duca è pronto a mandargli aiuti; gli ricorda che nessuna licenza di portare biade a Milano e Pavia è valida se non concessa dal duca e approva l'accordo tra gli uomini d'arme e quelli di Novi.

Domino Iohanni de Balbiano, comiti Clavene ac commissario nostro in partibus ultra Padanis.
Havimo recevuto le vostre lettere continente più parte; et primo, circha le fraude che se commetteno per le gente d'arme, volimo che faciati como per altre nostre ve havimo scripto, cioè che ve intendati cum el nostro locotenente et cum el capitanio et puniati chi falirà et non mancho l'homini d'arme, como qualunqua altro. Ala parte deli cavalli tolty a Catabriga e l'altry, ve havimo etiamdio scripto la mente nostra; siché exequitela. Ala parte delle licentie che finno domandate per condurre biave a Milano e Pavia o altroe, non volimo che licentia de veruno sia servata se non la nostra, né anche sia concessa se non per nuy. Ala parte dele licentie rechede el duce de Zenoa, altre volte ve responderemo. Molto ne piace et ve commendiamo del'acordio haviti posto fra l'homini d'arme et quelli da Novi. Messer Iohanne, nuy ve mandassimo là perché dovessevo far virilmente et [ 175r] inhibire li fraudi, non guardando ad homo del mondo et senza timidità d'alcuno che a nuy pare se possa molto ben fare impetrando, quando pur bisognasse, lo adiuto deli nostri locotenente et capitaneo, come per altre ve havemo scripto; et quando li malfactore non se possano havere ala campangnia, se togliano in le terre et in li lecti de nocte et vorissimo havendoni data a vuy la libertà ch'el facessivo et ogni dì non recorresseno a nuy per questo; et pur quando non ve piacesse o non volessivo o non ve bastasse l'animo de farlo, avisatice nuy che gli provederimo, che gli mandarimo tali che lo faranno et quando non poteranno havere li malfactory alla campangna, como havimo dicto, gli haveranno nelli lecti. Et a questo non vi mova el respecto del conte Gasparre, perché vi certificamo che luy è altratanto malcontento delli excessi fanno li suy como nuy proprii, et cussì lo mostrarà cum effecto si deli suy seranno trovati in deffecto. Data Laude, die xvii septembris MCCCCLI.
Cichus.