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77. Francesco Sforza a Pietro da Gallarate 1451 giugno 20 Milano

Francesco Sforza scrive a Pietro da Gallarate di aver saputo dal cancelliere ducale Zanetto da Cremona che vorrebbe accompagnare il duca a Cremona, ma teme di portarsi a Milano per respecto de quilli che gli moreno. Lo Sforza conferma che a Milano si muore di peste, osserva tuttavia che vi sono due strade in cui nessuno ha mai avvertito una minima doglia de testa né alcuno altro manchamento: una via è quella che dalla corte va a casa sua.

Petro de Gallerate.
Havimo inteso quanto ne ha dato per tua parte Zanneto da Cremona, nostro cancellero, cioè che haveristi caro de essere advisato da nuy se intendiamo andare ad Cremona, como ad ti è stato dicto, perché voristi venire insieme cum nuy, ma che tu non te assecuri ben de venire qui ad Milano per respecto de quilli che gli moreno. Dicemo ch'el è ben vero che vogliamo andare a Cremona et infallanter questo venerdì proximo che vene o subito che sarrà dì xxvi del presente se partirimo de qui per andare via, siché te ne havemo voluto avisare, perché sappi quello hay ad fare. Bene te ne avisamo che qui gli ne moreno pur alcuni el dì, salvo che in doe strate, in le quale non tanto che gli sia morto [ 26v] niuno, ma non gli è stato pur alcuno che may habbia sentito una minima doglia de testa né alcuno altro manchamento, le quale strate sonno in la via et camino de andare de qua da corte ad casa toa, che se affariano molto al facto tuo, et tu lo poy pensare. Qui non è altro di novo, se non che frà Ruberto è vinuto et predica ad Santa Maria dalla Scala. Mediolani, xx iunii 1451.
Cichus.