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815. Francesco Sforza a Ludovico da Bologna 1451 settembre 22 Lodi

Francesco Sforza avvisa Ludovico da Bologna, commissario degli alloggiamenti dei cavalli a Tortona, che Pietro Ungaro, saputo dell'arresto di Giorgio da Lodi, è partito; delle sue cose e dei suoi cavalli si faccia un inventario e il tutto sia custodito. Rimproverandogli la partenza di due famigli di Ungaro, gli ordina di non permettere a nessuno dei suoi di partire senza licenza ducale.

Dilecto familiari nostro Lodovico de Bonomia, commissario super allogiamentis equorum Terdone.
Ludovico, te advisamo come messer Petro Ungaro, havendo sentito che Zorzo da Lode, suo compagno, era stato preso, se (a) partitte subito de qui senza alcuna licentia né saputa nostra et, secondo intendemo, luy vene verso li soy logiamenti per vedere de havere la robba et cavalli soy. Pertanto volemo che, venendo o siando luy venuto lì dove sonno li soy, tu, in la soa persona non li fazi novità alcuna, ma el lasseray andare dove luy vorà. Volemo bene che tu subito fazi descrivere ogni soa robba et cavalli integramente et la metteray in loco donde non se possa tuore pur una strenga, et de tucto ne manda lo inventario. Deli homeni d'arme soy volimo debbi provedere che niuno non [ 188r] possa partirse senza nostra licentia, deli quali tucti ne manderay una lista, et cossì etiandio deli cavalli che se retrovano havere; et fa per modo che né deli cavalli né robba soa non si perda niente, né deli soy homini d'arme non si parta veruno, como è dicto, advisandote che ne meravigliamo molto de ti che habi saputo sì mal fare che già doy deli soy famigli con doy cavalli se siano partiti et venuti qui et facto a sapire al dicto domino Petro dela presa del predicto Zorzo. Data Laude, die xxii septembris 1451.


(a) Segue è depennato.