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892. Francesco Sforza ai deputati e ai Presidentes di Cremona 1451 settembre 30 Lodi

Francesco Sforza scrive ai deputati e ai Presidentes di Cremona di aver inteso dal suo cancelliere Andrea da Foligno le difficoltà da loro sollevate per il contributo del carreggio al castello di Milano. Il duca si dice convinto che, considerata l'importanza del lavoro, non vorranno tirarsi indietro.

[ 205r] Deputatis, presidentibus Cremone.
Havimo receuto la vostre letere responsive al'ambasata vi fece ser Andrea Fulignato, nostro canzilero, per parte nostra sopra el facto del carezo del nostro castello de Milano, in le qualle alegate la imposibilità per molte e varie altre graveze haviti suportate e supportate de presente per rispondere a quanto diciate. Carissimi nostri, dovete essere certisimi che mal volontera ve habiamo dato graveza veruna, ma como quelli chi non ha potuto far altramente per la conditione ocorse, è besognato che voy e l'altri nostri servitori siano stati cussì participi dele spexe e graveze como etiandio feriti del risposso godio et tranquilità quando averimo asetate le cosse nostre. Ma ritornando al facto del carezo, ce rendiamo certissimi che, atenduta la importantia del lavorerio non ve voriti retrare più adreto che faciano l'altri nostri fideli amici et servitori, nel numero deli qualli ve havemo prencipali. Et quanto a quello dicite de lasare servire quello ha servito fina mò per voy, per più vostro comodo, ve dicimo che non se afaria per noy et, creditelo, che havimo aprovato perché quando ha il bene amalato, quando è rotto el caro et quando se trova turbato e sdignato per non essere pagato da voe et demum, como ve havimo facto dire, se trovemo per quella via malissime serviti, siché per ogni modo è molto melio che respondiate deli dinari, como ve havimo facto dire et ita ve confortamo et carichamo faciate senza veruna exceptione. Data Laude, ultimo septembris 1451.
Iohannes.