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899. Francesco Sforza a Paolo della Padella 1451 settembre 30 Lodi

Francesco Sforza scrive a Paolo della Padella, officiale sanitario, che non vi è nessun motivo per cui molesti Bartolomeo Trovamala come debitore dell'abbate di Sant'Ambrogio; Bartolomeo, benché fittabile dell'abbate, non ne è debitore, anzi ha anticipato al reverendo una somma tale da pagare affitti per parecchi anni.

[ 207r] Paulo de La Padella, offitiali ad Sanitatem conservandam in Mediolano.
Ne ha facto significare il nobile Bartolomeo Trovamala, nostro refendario de Piasenza, che tu lo fay molestare nele cose sue, sotto pretesto che sia fictabili et debitore del venerabile abbate de Sancto Ambroxo, del che molto se grava, allegando et firmando che non è ponto debitore d'esso abbate, perché, quamvis sia suo (a) fictabille, non è perhò debitore, perché se ritrova haver subvinuto a dicto abbate in tanta summa, che vene ad haver pagato de alchuni anni a vinire il ficto. Per la qual cosa, affirmando esser cussì dicto, et ritrovandose essere occuputa in li nostri offitii, et anche co[n]siderate le conditione presente de Milano, per le quale tucte cose esso Bartholomeo non te pò fare et mostrare clare la difesa, a nuy pare più honesto et volimo che tu astringe al pagamento de altry più liquidi debitory del dicto abbate, non potendo esso abbate pagare quanto li fi richiesto. Et dicto Bartholome non sia molestato. Data Laude, die xxx septembris MCCCCLI.
Cichus.


(a) Segue debitor depennato.