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931. Francesco Sforza a Lancillotto da Figino 1451 settembre 3 Lodi

Francesco Sforza scrive a Lancillotto da Figino in merito alla cattura dei tre uomini d'arme di Rabotto che, dietro garanzia di 200 ducati di non fuggire, possono essere lasciati liberi.

Lanzilotto de Figino.
Havimo inteso per tue lettere quanto hay facto in pigliare quelli tri homini d'arme de Rabotto, segondo te scripsimo, et dello examine a loro facto et delle resposte sue; et del tutto reman[en]do advisati, te commendiamo molto della diligentia et prudentia hay usata in questo, rendiandoce certi che in ogni altra cosa te commettissimo, faressi el simile. Ma per chiarirte la mente nostra bemché noy siamo certificati et chiariti che volevano pur fugire, nondimeno, non siando noy de natura crudele ma piutosto mite et clemente, siamo contenti et volimo che, dandote essi homini bona et idonea securtade per ducenti ducati d'oro per ciaschuno de loro de non fare fugha, tu gli faci liberare et mettere in pristina libertà. Et cossì fa'. Laude, iii septembris (a) 1451.
Cichus.


(a) Così A.