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10. Francesco Sforza a Iacopo da Camerino [1451] dicembre 31 Lodi.

Francesco Sforza dice a Giacomo da Camerino per la grazia concessa a Guglielmo, portinaio fuori della porta di Ognissanti che è prerogativa dei principi concedere grazia ai sudditi a richiesta dei suoi di casa.

Iacobo de Camerino.
Inteso quanto ne hay scripto per la gratia, quale havemo facta ad Guglielmo, suo fratello, hostiero fora della porta de Ogni Sancte di quella nostra cità, ti dicimo che è naturale cosa alli signori fare delle gratie alli suoi subditi a petitione delli soy de casa, però non te ne maravigliare, perchè siamo certi che ancora tu non consiglieresti [[che]] quando fussemo richesti de gratia per li nostri in tali cose .... me non li dovessimo compiacere vogliamo ad una dicta gratia nostra alli dicti fratelli, nè per quella li faray novitate veruna. Laude, ultimo decembris [[1451]].
Ser Iohannes. (a)

(a) La sottoscrizione del cancelliere è all'inizio della carta successiva.