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101. Francesco Sforza a Giovanni de Ulessis 1452 gennaio 18 Lodi.

Francesco Sforza riscontra le letere di Giovanni de Ulessis e gli ordina, causa il mancato raggiungimento dei mille ducati, di smuovere Giovanni da Tolentino e Antonio Treco, perchè tramite il commendatore di Sant'Antonio (deve 400 ducati) e per altro modo si arrivi alla somma prestabilita. Vuole che, moderatamente spesi quelli che sono in attesa dell'arrivo di suo figlio, ma, saliti che siano a bordo della nave, li tratti onorevolmente, avvertendolo, però, che, per le spese dei cavalli, che dovranno procedere via terra "el pensiero sia" dei proprietari. Giunta la comitiva a Ferrara, Giovanni farà "le spese et ali cavalli et ad le boche più honorevolmente che se pò" (sempre comunque con "advertentia") insieme con Gorzo del Mayno e Gabriele della croce, sininscalchi ducali. Dal poscritto si viene a sapere che "restano al compimento delli milli ducati trecento cinquanta ducati"

Ser Iohanni de Ulexis.
Per (a) tue lettere remanemo advisati come Aluyse Garimberto anche non ha mandati lì quelli dinari secondo havimo ordinato cum Francesco Maletta, della qual cosa ne maravigliamo, ma se rendiamo certi che alla receputa de questa seranno portati lì et li haveray recevuti, dove non extendiranno più oltra. Et se pur non fossero portati intregamente, vogliamo che servi modo che misser Zohanne et Antonio Trecho recuperano, tra per la via del commandatore, tra per (b) qualunque altra via parerà ad loro, fin al complimento delli milli ducati, come anche nuy di novo li scrivimo per le alligate, advisandote che el commandatore predicto ne resta ad dare quatrocento ducati, li quali vogliamo li daga de presenti, et cussì li scrivimo. Et non bastandote quelli del predicto Aluyse et del dicto commandatore, vogliamo poy (c) ch'essi te suppliscano siché cum ogni tua solicitudine procura de haverli. Ceterum, per chiarirte de quanto haveray ad fare, ti dicimo che siamo contenti che quelli, che stanno lì ad aspectare la vinuta de l'inchlito nostro figliolo, li faci le spese, tamen più moderatamente che se pò, sforzandote sparamiare più che sia possibile, et questo dicimo tanto che se haverà ad stare lì ad aspe(c)tare, ma da poy tucti sereti montati in nave per adviarvi, tunc siamo contenti che tucti quelli lì seranno in nave li faci le spese honorevelmente. Et faci tractare cumdecentemente per li cavalli che vanno per terra, non curamo pagare le dicte spese, ma vogliamo ch'el pensiero sia loro: questo, perhò, non [ 25r] vogliamo mostri haverlo in commandamento da nuy, imo passa sopra questo in scilentio. Ma quando seriti poy ad Ferrara tunc vogliamo faci le spese, et ali cavalli et ad le boche più honorevelmente che se pò, conferendo perhò e participando del tucto sempre cum misser Gorzo del Mayno et Gabriello dalla Croxe, nostri sescalchi, quali sonno informati del tucto, tamen (d) havendo tu perhò in le cose quella advertentia che ty parerà necessaria et expediente. Data Laude, xviii ianuarii 1452.
Cichus.
Postea scripta. È vinuto qua Aluyse Garimberto da nuy et ne ha dicto haverte mandato per lo cancelliero de Francesco Malecta quatrocento ducati d'oro, sichè trovamo che computati li cento ducati del commandatore et li centocinquanta ducati de Antonio Trecho cum dicti quatrocento ducati te restano al compimento delli milli ducati, trecento et cinquanta ducati. Però vogliamo che, havuta questa, subito vedi de havere quelli del commandatore domane per ogni modo, vel, pur non possendo havere quilli, che faci che misser (e) Iohanne et Antonio te recuperano fino al compimento delli dicti milli ducati per qualunque via pare a loro. Et questo sia domane per ogni modo, advisandote che domane lo inclito nostro figliolo se partirà da Pavia per vinir là: siché solicitaray inducendo loro ad non mancharne in questo nostro bisongnio, et domane a nocte per ogni modo avisarane come haveray facto. Data ut in litteras.
Cichus.

a Segue tue depennato.
b Segue la via depennato.
c Segue non bastandote quilli del predicto Aluyse depennato.
d Segue perhò depennato.
e Segue Ioha depennato.