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1011. Francesco Sforza al podestà di Cremona 1452 settembre 17 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza vuole che il podestà di Cremona costringa il renitente ad obbedire al commissario di Casalmorano e consegnare a Romano, uomo d'arme, i beni di un altro uomo d'arme, compagno di Francalanza, fuggito dai nemici.

[ 253r] Potestati Cremone.
Dilecte noster, Romano nostro homo d'arme, altre fiate fò securtate de uno altro homo d'arme, compagno de Franchalanza, nostro squadrero, quale era allogiato in Casalmorano, da poy, essendo il decto homo d'arme fugito ali nimici, dessemo tucti li beni soi al dicto Romano, et havendo nuy scripto per duplicate lettere ad nostro commissario de Casalmurano che dovesse astrengere uno homo de quella terra a consignarli le dicte robbe, non l'ha vogliuto fare, dicendo non haverli arbitrio. Pertanto ve commettiamo et volemo che vuy astrenzate quello da Casalmurano che ha li dicti beni a consignarli ad esso Romano, senza exceptione et contradictione alchuna, como anchora ve informarà lo dicto Romano. Apud Quinzanum, xvii septembris 1452.
Irius.
Cichus.