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1055. Francesco Sforza al marchese Rolando Pallavicino (1452) settembre 21 (apud Quinzanum).

Francesco Sforza, intendendo far passare della gente nel Parmense per cose importanti per lo stato, vuole che il marchese Rolando Pallavicino ordini al portinaio del Po a Cremona e a tutti i portinai con porto da Cremona a Torricella di andare sabato mattina a Torricella. Gli fa osservare la disubbidienza del portinaio del porto di Cremona che lascia passare chiunque senza curarsi dell'obbligo del bollettino: intervenga con lui e con quello di Olza.

Rolando marchioni Palavicino.
Perché deliberamo far passar in Parmesana alcune gente per cose molto importantissime al Stato nostro, ve caricamo et stringemo quanto possiamo voliate ordenare et comandare al portanaro vostro de Po da Cremona et a tucti l'altri vostri portanari, che tegnano porto suso da Cremona in giuso fino ad Torricella che, sabato proximo che vene, se debiano trovare per tucto il dì ad Torricella cum li porti soy, et de questo non fazano fallo alcuno, perché non li haranno ad dimorare lì se non un dì, siché fazi per ogni modo lì vadanno, se dexiderate il ben et lo honore nostro et la exaltatione del stato nostro. Ceterum il portannaro del vostro porto (a) da Cremona non vole observare l'ordeni nostri, immo passa chi vole passare senza nostro bollettino, siché ve ne advisamo ad ciò li fazati provisione, et cusì de Olza. Et perché poria tornare in nostro damno, ve ne havemo voluto advisar, benché messer Zohan Lodovico ne dicesse l'altro dì che li faria tal conmandamento che observariano li ordeni nostri. Apud Lenum, xxi septembris.
Post data. Ordinarete che dicti portanari cum li porti siano ad Torecella sabato de mattina per ogni modo del mondo. Data xxi septembris (b). Iacobus. Cichus.

(a) In A portanaro con naro depennato e o finale corretto su a.
(b) xxi septembris in interlinea su ut supra depennato.