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1065. Francesco Sforza a Bartolomeo da Levanto (1452) settembre 22 apud Lenum.

Francesco Sforza fa avere a Bartolomeo da Levanto, oratore genovese, la lettera inviatagli dal luogotenente di Lodi. Ha avuto ragguagli maggiori da Trombetta, presente sul posto, che narra degli incendi fatti appiccare da Alessandro, fratello del duca, a tutti gli alloggiamenti sopra la fortezza di Cerreto. Aspetta maggiori ragguagli dallo stesso suo fratello e del tutto lo informerà.

[ 264v] Domino Bartholomeo de Levanto, oratori Ianuensi.
Ad ciò che voi siate advisati de quanto havemo dele gente nostre che sonno in Lodesana fino in questa hora, ve mandamo qui introclusa la copia de una lettera ne ha mandata lo locutenente nostro de Lode, ad ciò che vediate quello ne scrive. Da poi havute dicte lettere, è venuto nostro Trombetta, quale s'è trovato suso il fatto et dice ch'el magnifico misser Alexandro, nostro fratello, ha facto bruxiare tucti li allogiamenti ch'erano de sovra dala forteza de Cerreto, dove eranno allogiate quelle gente inimiche, et che tra li cavalli et robba hanno guadagnato dicte nostre gente et quelli che lu focho ha bruxiato non gli è remasto cosa alchuna. Siché de quello havemo inteso circha questo facto ve ne vogliamo havere voluto dare advisamento, perché siamo certissimi ne pigliarite piacere et contentamento assay. Pur noi spectamo de hora in hora lettere del dicto domino Alexandro, nostro fratello, per le quale restaremo advisati del certo dela cosa, como serà passata et del damno haverà havuto dicti inimici, et subbito de quanto haveremo più oltra, de passo in passo, ve advisaremo. Noi non ve havemo scripto più presto de questa cosa, perché spectavamo le lettere et la chiareza del (a) tucto del dicto domino Alexandro, nostro fratello. Apud Lenum, xxii septembris.
Iohanninus.
Cichus.

(a) Segue dicto depennato.