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1103. Francesco Sforza al podestà, ai presidenti agli affari cittadini e all'ufficiale degli argini di Cremona 1452 settembre 25 apud Lenum.

Francesco Sforza scrive al podestà, ai presidenti agli affari cittadini e all'ufficiale degli argini che si intervenga per la riparazione dell'argine del Po a Sommo. Ordina che si mandino gli ingegneri comunali perché decidano se è più conveniente fare un nuovo argine o fargli due pennelli. Deciso il da farsi, si proceda prontamente, facendo contribuire alla spesa quanti vi sono tenuti.

[ 274r] Nobili et prudentibus viris potestati et presidentibus negotiis ac offitiali arzinorum civitatis nostre Cremone.
Dilecti nostri, havemo inteso che per lo ruinare del flume de Po è guasto una bona parte del'arzone per mezo la villa de Sommo et che, non provedendo subbito alla reparatione, è per inferire grandiximo damno al paese. Per la qual cosa, deliberando noy et volendo al postucto se glie fazza oportuna provisione, ve scrivemo et commandemo che, senza demora, mandate sul loco li ingigneri de quello nostro comune, et cum bona diligentia et advertenzia vedanno quale è meglio per repararli bene et presto, o fare l'arzone de novo o farci duy pennelli. Et se allor paresse fusse meglio ad farglie li pennelli, provedeti che, senza demora, se fazanno, facendo poy coprire l'arzano che sopra avanzarà ultra li pennelli. Et in questo non usate tardità né negligentia, facendo contribuire ad questa spesa tucti quelli che debitamente glie sonno attenuti, secundo l'ordene de quella nostra cittade. Apud Lenum, xxv septembris 1452.
Aluysius.
Cichus.