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1134. Francesco Sforza al comune e agli uomini di Calvisano 1452 settembre 27 "apud Lenum".

Francesco Sforza richiede dal comune e dagli uomini di Calvisano fedeltà alle promesse e ai giuramenti fatti. Vuole che dimostrino di volersi attenere agli obblighi contratti, ricordando che, altrimenti, capiterà loro quella che sarà la sorte di Bagnolo e Porzano, d'essere cioè messi a ferro e fuoco.

[ 280r] Comuni et hominibus Calvisani.
Ve habiamo facti rechedere che voleste mandare da noi et manifestare et publicarne per vostri homini, per vigore dela conventione et accordio facto cum voy già tanti dì passati mediante li vostri ambaxadori, et homini vostri intervenientibus, scritte, promesse et obligationi per testimonii et debiti iuramenti de omagio et fidelità, et n'è stato referito per Leonardo Schilino, nostro homo d'arme, che date bone parole senza effecti, et sappiamo de questo sonno caxione cinque o sey homini de quella terra, quali non sonno amatori del'honore et bene de quella terra, ma de passione et appetitii, or sia como se voglia. Iterum ve rechedemo et recerchamo vogliate oservare verso nuy quello sete obligati, perché et ad quelli o cinque o sey et ad tucti quelli havessonno dicto più una cosa che una altra, nuy perdoniamo et non volemo recognioscerne altro, et questo vogliate fare domane, certificandove che per l'amore et affectione, quale sempre havemo portato et portamo ad quella terra, haverite da nuy tal condigni trattamenti che merito ve porite da nui contentare. Et quando non exequate domane cum effecto et che voliate haverce beffato, ve advisamo che, benché ne dolerà et recresserà fino al core fare cosa che sia molesta ad quella terra, tamen, como ve debba havere dicto el prefato Leonardo, ve ponerimo in lo numero de quelli da Bagnolo, Porzano et del'altri ne hanno ingannato, ali quali non darimo altra punitione che cum lo foco et cum lo ferro. Et respondetene, visis presentibus, de deliberatione haverite facta. Apud Lenum ex castris, xxvii septembris 1452.
Iohaninus.
Cichus.