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1211. Francesco Sforza al podestà di Cremona (1452 ottobre 5) apud Lenum.

Francesco Sforza scrive al podestà di Cremona di aver inteso il fatto del bue di quello di Petrignaga ed eccepisce che il suo vicario ha fatto male a rilasciare colui che aveva il bue prima della restituzione dell'animale. Abbia, comunque, l'uomo di Petrignaga la sua roba.

Potestati Cremone.
Dilecte noster, havemo inteso quanto ne havete scripto circ'al facto del bove de quello da Petrignaga. Al che respondemo che el vostro vicario ha facto male ad fare relassare colui che haveva esso bove fina ad tanto che non l'haveva restituito; secundo che è nostra intentione et ragione(ve)lmente dovrebbe lui patire la pena, maxime havendol facto senza vostra saputa. Et perché deliberamo ch'el dicto da Petrignaga habia la soa robba, volemo che da novo habiate dennanzi da voi collui che ha el bove et faciate che liberamente lo restituisca senza altra replicatione; et s'el sentisse in ciò gravato, fate ch'el venga qua da noi et ch'el satisdaga de ogni danno et spesa patisse el povero homo contra raxione. Apud Lenum, ut supra.
Iohannes Chiapanus.
Iohannes.