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1233. Francesco Sforza al podestà di Quinzano 1452 ottobre 6 "apud Lenum".

Rispondendo alle sue lettere, il duca scrive al podestà di Quinzano che circa l'allargamento della vendita del vino preferisce che resti fra gli uomini del luogo anziché venderlo ai forestieri. Quanto agli uomini che andarono da lui e se ne ritornarono, come essi lamentano, senza una risposta del duca, ciò fu dovuto al fatto che in quel momento il duca era in tante cose affacendato. Comunque aveva concesso loro il salvacondotto, cosa che aveva negato ad altri.

Dilecto nostro potestati Quinzani.
Dilecte noster, inteso quanto ne hai scripto per doe toe lettere, una de dì iiii et l'altra de v del presente, per breve resposta te dicimo, et, prima, alla parte del vino voleno vendere quelli homini, siamo contenti che ognuno possa fare del suo vino come gli pare, pur seressemo contenti che restasse piutosto fra l'homini dela terra che venderlo ali forasteri. Ala parte de quelli homini, quali venero qui da noi, che se lamentano sono retornati senza resposta, dicimo che fanno male, perché sanno bene che li ascoltassemo gratiosamente et gli havimo concesso el salvoconducto che ne hanno domandato, nonobstante che l'homini de Manerbio et molti altri lochi del Bressano et Cremonese ne hanno domandato el scontro del salvoconducto loro, el che non havemo voluto concedere ad niguno per compiacerne alloro, che esse, retornati senza resposta, dicimo che l'è stato perché nel loro partire se trovassemo haver da fare assay per le molte occupatione ne occorreno tutto il dì, como ti et l'homini de quella terra possete vedere. Pur se fossero venuti da nuy, como non fecero, haveriano reportata benigna et gratiosa resposta, nonobstante dette nostre occupatio, siché faraile quella resposta parà mò ad ti, parlando de questo ad quella comunità. Ala parte de quelli homini se voriano allargare cum el loro bestiame, dicimo che siamo contenti che volendo andare in le terre nostre de là da Oglio, glie dii licentia glie possano andare. Ad quello Martino da Vertua è vero glie dessemo licentia. Apud Lenum, vi octobris 1452.
Marcus.
Iohannes.